Per l'Italia, il centenario della Prima Guerra Mondiale cade in questo 2015.
Personalmente, preferisco celebrare più gli armistizi, i cessate-il-fuoco, le rese (anche con disonore). Mi piace quando le armi tacciono. Trovo quindi che sia stato più importante il 4 novembre del 1918 pittosto che quel 24 maggio del '15 in cui entrammo in guerra.
Ricordare, è comunque importante. Lo facciamo con la scansione del volume celebrativo che il Liceo Fascitelli dedicò (nel 1920) ai suoi ex alunni, reduci - i più fortunati - o vittime del conflitto. Nel libro, trovano un volto nomi ai quali noi isernini siamo abituati a pensare in termini di indirizzi, vie, luoghi della città: Manlio e Roberto Majorino, Farinacci, Senerchia. Erano invece giovani vite, condotte a morire su montagne lontane per un'idea di patria e terra irredenta che forse condividevano, forse no. In ogni caso, non fu data loro possibilità di scelta. Si sa: ci sono generazioni più sfortunate di altre, ma chi ha avuto la fortuna di vivere nella pace, questo deve saperlo e fermarsi un attimo a considerarlo.
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