giovedì 10 maggio 2018

Johann Seits (1887-1967), internato politico a Isernia. Forse un autoritratto

Il prof. Natalino Paone ha donato ieri, nelle mani del sindaco, un piccolo acquerello 20x30 ritraente un volto di tre quarti di un uomo dai tratti nobili, da lui acquistato tempo fa solo perché  a margine recava, dopo la firma dell'autore, la scritta «1942 Isernia». 
Come tutto ciò che ha, o può avere, significato per il territorio, la comunità e la sua storia, il quadro è giunto in biblioteca e sarà qui conservato a parete.



Non potevo, però, rimanere inerte. Troppa suggestione è contenuta in quel «1942 Isernia». 
Chi è questo Seits, pittore che ha incrociato il suo destino con quello della città?
Interrogando la rete, questo pomeriggio, ho scoperto poco, ma tanto basta. 

Quella J. sta per Johann e Johann Seits, nato nel 1887 (forse in Austria, forse in Polonia), è stato un pittore di paesaggi, attivo soprattutto nel ventennio 1910/1930 in Croazia: Spalato, Dubrovnik. 
Pur presente in aste, le sue quotazioni sono alquanto mediocri.

Seits è morto in Austria nel 1967 e la sua tomba è nel cimitero di Radstadt (comune austriaco nel distretto di Sankt Johann im Pongau, nel Salisburghese, mi spiega Wikipedia). Sulla lapide si legge «zur erinnerung an den akademischen maler» («in memoria di un pittore accademico»); là dove ci si aspetta di trovare una foto, c'è un piccolo paesaggio acquerellato.



Resta da capire perché «Isernia» e perché  «1942».

Bene, si è già detto (si è detto qui) che a Isernia negli anni del Secondo conflitto mondiale era tristemente attivo un campo di internamento per - genericamente - oppositori del Regime: alloglotti e, quindi, probabili spie, apolidi, zingari, antifascisti dichiarati, ebrei. Il campo di internamento, chiamato nei documenti dei questurini "Antico Distretto" era presso Santa Maria delle Monache. Nome tedesco e anno del dipinto non potevano portarmi lontano da qui: Seits compare nell’elenco degli internati nel Campo di Concentramento di Isernia-Antico Distretto redatto il 12 novembre 1942. Al n. 55 dell'elenco si legge: «Giovanni Seitz, fu Ludovico, residenza Dubrovnik, provincia Croazia



Si può dire, in qualche modo, che il quadro sia tornato a casa. 


Aggiornamento:
Ho trovato qui, una biografia minima di Johann Seits: è nato a Vienna, il 3 aprile 1887 (dunque sono fugati i dubbi sul luogo di nascita, ed errano le case d'asta che lo presentano come artista visuale polacco). Nel 1904 è entrato nella scuola di pittura dell'Accademia di Arte a Vienna, laureandosi nel 1912 (da qui l'akademischen maler). All'epoca la costa dalmata è parte dell'Impero austriaco, e Johann passa le ferie in Dalmazia (molte sue opere sono paesaggi marini). Decide così di prendere casa a Lozica, con l'intenzione di stabilirsi lì definitivamente. Nel frattempo, viaggia molto (in Giappone, alle Hawaii, a San Francisco, New York e Chicago; Algeria, Napoli e Trieste). Nella prima guerra mondiale viene mobilitato come pittore di guerra nell'esercito austro-ungarico. Prende parte alla battaglia navale di Otranto del 14 maggio 1917; per una sua opera ritraente la battaglia, riceve una medaglia celebrativa da Francesco Giuseppe. Dopo la guerra si stabilisce definitivamente nella sua casa di Lozica, vicino Dubrovnik, dipingendo. Nel 1941, la costa dalmata, e quindi anche Dubrovnik, viene occupata e annessa all'Italia fascista. Non sappiamo per quali vicissitudini Seits viene deportato e recluso, nel 1942, nel campo di internamento di Isernia, dove è trattenuto fino al settembre del  1943 (è il bombardamento alleato del 10 settembre che segna, di fatto, la chiusura del campo). Fino alla fine della guerra è a Zagabria. Dopo il 1945, lascia definitivamente la Croazia (divenuta parte della Jugoslavia socialista) e torna in Austria, dove vive (a Radstadt, vicino a Salisburgo) fino alla morte, il 3 maggio 1967.

Ulteriore aggiornamento (settembre 2023):
Mi ha scritto Esche Schörghofer, da Vienna, interessato a ricerche sulla figura di Seits. Mi ha inviato un'immagine di un dipinto che Seits realizzò durante il periodo di internamento, un luogo e un panorama che conosciamo bene. La tela ritrae i prigionieri del campo nel cortile del convento di S. Maria delle Monache, sullo sfondo Monte Patalecchia. 




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