lunedì 8 aprile 2019

Gli Schützen a Isernia, 6 e 7 aprile 2019

Riguarda Isernia, riguarda Santa Maria delle Monache, lo stesso ex convento che ospita la biblioteca e che – come più volte detto – nella sua storia recente è stato carcere e caserma, centro di internamento per allogeni e antifascisti e, per un breve periodo tra il novembre 1918 e il successivo inverno del 1919, anche luogo di incomprensibile prigionia per i reduci delle valli trentine che, dopo aver combattuto nell’Armata Austro-Ungarica, a seguito dell’armistizio di Villa Giusti, vennero tratti via a forza dalle loro case e avviati in vagone piombato lungo lo Stivale, fino a Isernia. L’Italia si presentava a questi nuovi italiani nel modo peggiore, e Isernia fu – senza consapevolezza né responsabilità – il luogo in cui tutto ciò accadde.

È cosa che ci riguarda per più motivi e, quindi, ne parliamo qui.

Il “Fatto di Isernia” del 1918/19, come ancora oggi viene chiamato in Trentino tra i nipoti e bisnipoti degli allora internati, è stato di recente riportato alla nostra memoria dal libro di Luciana Palla Reduci trentini prigionieri ad Isernia(1918-1920) edito nel 2015 e frutto di ricerche condotte – appare ovvio – anche qui da noi (ne parleremo più diffusamente in un altro post, tentandone un’epitome). Anticipiamo qui che almeno un migliaio di ex sudditi del Kaiser furono forzosamente ospitati nelle tre chiese di Santa Chiara, San Francesco e Santa Maria delle Monache (fu impegnato anche l’ex convento, allora caserma Griffini) e dimenticati per mesi in un tanto italiano limbo istituzionale in cui nessuno, tra Ministero della Guerra e Presidenza del Consiglio, riteneva di dover adottare atti a risolvere la situazione. «Unica consolazione a tanto dolore l’umana solidarietà del popolo di Isernia», come recita la lapide in memoriam ora apposta alla parete di Santa Maria delle Monache.

Già, perché a rievocare quel “Fatto di Isernia” sono giunti in città sabato e domenica 6 e 7 aprile (ieri e ieri l’altro) una nutrita delegazione trentina organizzata dalla Federazione degli Schützen del Welschtirol. Il nostro centro storico è stato svegliato dal torpore domenicale dalle salve degli Schützen, che hanno accompagnato la deposizione di corone al monumento di Piazza X Settembre (in omaggio ai nostri caduti del bombardamento) e nelle tre chiese che furono luogo di detenzione dei reduci trentini. 

Ne diamo di seguito breve reportage fotografico, convinti dell'eccezionalità dell'evento, per lasciarne traccia a futura memoria (pur nella consapevolezza di quanto effimera possa essere una traccia lasciata sulla pagina web del blog della Biblioteca).












Aggiornamento: 11/04/2019. Ulteriori fotografie che documentano l'evento sono quelle ospitate sul sito https://www.flickr.com/photos/mondoschuetzen/ (galleria flikr di Enzo Cestari, presidente della Federazione Schützen del Welschtirol).

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