martedì 20 settembre 2011

San Francesco vs. Sant'Antonio


Palazzo San Francesco, ora sede del Comune, era - facile intuirlo - un convento francescano, con annessa chiesa.
La tradizione cittadina - un esempio nella breve monografia inedita scritta dal can. Vincenzo Piccoli nella prima metà del XIX sec. - vuole che sia stato lo stesso santo di Assisi, di passaggio per la città nel 1222, a fondarvi una chiesa intitolata a Santo Stefano, sulla quale, meno di cinquant'anni dopo, sarebbe stata eretta la chiesa di San Francesco, con annesso convento (1262 o, al più tardi, 1267).
Particolare, nella chiesa attuale, è la cappella intitolata a Sant'Antonio da Padova, detta tradizionalmente Cappellone perché di dimensioni non inferiori alla fabbrica principale (nell'immagine, la cappella è quella che taglia longitudinalmente il corpo della chiesa, quasi uno sproporzionato, e monco, transetto).
Come testimoniato dal testo che segue (presente in originale nell'Archivio storico comunale, presso questa biblioteca), la Cappella di Sant'Antonio esiste con questa intitolazione almeno dal 1400.


«Faccio fede io Regio Notar Luca Colambassi di questa Città di Isernia, qualm. avendomi il m. Rev. P. Luigi Mastrojacovo attual Guardiano del Convento di S. Fran. de’ min: Conventuali della medesima città esibito un libro in cui sono registrate tutte le scritture che si contengono nel quinto volume, appartenenti al Conto sud.to, nello stesso libro, principiando dal foglio primo, per infino al quarto, vi è copia in forma valida di istrom. della concessione che i PP. dell’istesso convento fecero a i confratelli della Confraternita di S. Antonio da Padova, del luogo, seu Cappella, dove poner si dovea esso Santo; e fra gli altri patti e condizioni apposte in d. istromento stipulato sotto il dì primo di marzo dell’anno mille e quattrocento, precedente assenso del P.Provinciale di quel tempo, ed anche come Commissario del Ministro generale, vi sono i seg.

Item, che lo Priore di d.a Confratanza debba sempre essere delli detti ordini di S.Fran.co, et eseguire e perseverare la d.a confratanza sempre nella detta Cappella, secondo le debite ammonizioni dello d.o Priore, il quale da tutti si debba onorare e servire, come è convenevole, e tutto secondo lo tenore, e continenzia delli Capitoli dell’osservanza delli d.i Confrati, dico Confrati.

Altro patto nel corpo dell’istromento. Ben vero d.i Confrati non possono in nullo tempo intrare, e uscire alla d.a Cappella in altra porta che in le porte consuete e debite della Chiesa di S. Franc.

Siccome tutto ciò appare dalla citata copia in forma valida d’istrom. alla quale mi riporto, ed in fede richiesto, ho segnato.

Isernia, li 27 agosto 1781

N. Luca Colambassi»

martedì 13 settembre 2011

«Vita, martirii, morte e miracoli de' SS. Cosmo e Damiano»


Si avvicina la festa dei Santissimi martiri Cosmo (o Cosma) e Damiano, siriani per nascita e morte (ad Antiochia, sotto Diocleziano) ma italiani d'adozione se è vero che nella Penisola ci sono almeno una trentina di luoghi in cui i santi medici sono oggetto di un culto popolarissimo e sentito. Isernia è tra questi: il 26 e 27 settembre, all'eremo appena fuori città, i medici d'Oriente vengono venerati come e più di un santo patrono.

Per l'occasione, pubblichiamo in edizione digitale - liberamente scaricabile, cliccando sul santino - un libro assai raro, la cui paternità è attribuita a Gio. Vincenzo Ciarlanti, primicerio della Chiesa Cattedrale di Isernia e padre di tutta la storiografia molisana (stiamo parlando, per chi non lo conoscesse, dell'autore delle Memorie Historiche del Sannio, 1644).
Quella oggetto di scansione è la copia che possediamo qui in biblioteca, ristampa moderna (agosto 1888) dell'asserita edizione originale del 1653 (Napoli, per i tipi di Camillo Cavallo) e della quale, tuttavia, non esiste traccia in nessun repertorio bibliografico o catalogo ad accesso pubblico.
Come può leggersi nella prefazione all'edizione 1888, pare che la seicentina appartenesse alla (ora scomparsa) famiglia Falciari; da quell'unico esemplare (ora scomparso, o magari custodito in chissà quale biblioteca privata) è stata tratta l'edizione del 1888, edita a Isernia dalla tipografia Colitti e figli.

martedì 6 settembre 2011

Quanti eravamo. Provincia di Molise, 1859

Il Dicastero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, ancora tutto sabaudo, pubblicò nel 1861 uno «Specchio statistico delle popolazione de' comuni delle provincie meridionali» recuperando i dati dell'amministrazione duosiciliana aggiornati al 31 dicembre 1859.
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Per gli uomini in finanziera, alle loro scrivanie di Torino, quei nomi di mandamenti e circondari, quegli strani locativi - Citeriore, Ulteriore - e quei riferimenti esotici a Capitanata, Terra di Bari o d'Otranto dovevano suonare vaghi e lontani quanto Zanzibar, Medina, Accra.

Con l'Unità, la suddivisione sabauda in province e circondari, stabilita dal Decreto Rattazzi, viene estesa all'intera Penisola. Per il Sud, ai "distretti" si sostituiscono i "circondari"; ai "circondari" i "mandamenti". Così, per la Provincia di Molise (che fino a pochi anni prima - 1806 - aveva ancora il nome di Contado di Molise) vengono riconfermati i tre circondari di Campobasso, Isernia e Larino, già sedi di distretto col Regno delle Due Sicilie.

Scorrendo le tabelle, le sorprese sono molte: nel circondario di Isernia, il paese più popoloso è Agnone, con 11748 anime contro le 8496 del capoluogo; Frosolone ne ha 6246 e Bojano (allora capoluogo di mandamento, nel Circondario di Isernia) ne conta 5249. Venafro - che nell'organizzazione piemontese passa dalla Terra di Lavoro al Molise - ha 4169 abitanti. Insieme a Venafro, passa alla Provincia di Molise anche il mandamento di Castellone, già in Terra di Lavoro, comprendente oltre al capoluogo (ab. 978) i più popolosi comuni di Colli e Cerro, ma anche il vicinissimo S.Vincenzo con il quale si fonderà nel 1928 (formando l'attuale Castel San Vincenzo). Quanto all'onomastica, negli elenchi figurano ancora
Caccavone (ora Poggio Sannita) e Castelluccio (attuale Castelverrino), nel mandamento di Agnone; Civitavecchia (che nel 1875 cambia nome in Duronia) e Cameli (dal 1896, S.Elena Sannita), entrambe nel mandamento di Frosolone. Giocando ai confronti tra il circondario che fu e l'attuale provincia di Isernia c'è da registrare comuni che c'erano e non ci sono più - come Presenzano - così come altri che non c'erano allora e adesso ci sono (come Bagnoli del Trigno, nel circondario di Campobasso, mandamento di Trivento).