giovedì 2 gennaio 2014

«Maria Luisa - La duchessa infanta» - incontro con l'autore


Il 13 marzo 1824, a soli 42 anni, moriva dopo una vita travagliata e mai felice, Maria Luisa di Spagna, ultima duchessa di Lucca, rampolla di una potente famiglia
vituperata dalla storia: i Borbone. Fecero parte delle sue radici e della sua esistenza città di straordinaria bellezza, Napoli del padre e Parma materna, Madrid sua culla, Firenze del suo primo Regno, Lucca preziosa, patria degli ultimi suoi anni, Roma che le chiuse per sempre gli occhi.
Napoleone Bonaparte mise le mani nella vita di Maria Luisa e gliela rese invivibile, amara, dura. Le diede e tolse regni, le negò ascolto, la fece prigioniera, la privò dei figli, la usò, la derise, la rese infelice. Maria Luisa lo odiò, ma resistette. E ne vide la fine. In Europa, con il Congresso di Vienna, Austria Inghilterra Prussia e Russia decidevano le sorti dei popoli.
Maria Luisa dopo tanto soffrire e peregrinare aveva in cuore il desiderio di trovare pace e regno; voleva Parma, i lucchesi volevano la Repubblica. Tuttavia propria a Lucca profuse ogni suo sforzo in un progetto politico di buongoverno ispirato alla saggezza, alla clemenza e alla prosperità della cultura e delle arti.

Nadia Verdile (Napoli, 1965)
Docente di Italiano e Storia nella scuola superiore collabora con la Fondazione Valerio per la Storia delle Donne, con la Colorado State University per il progetto Female Biography Project, con l’Enciclopedia Treccani per il Dizionario Biografico degli Italiani e con la Società per l’Enciclopedia delle donne. Membro della Società Italiana delle Storiche e della Società Italiana Storia dell’Età Moderna, è giornalista pubblicista e lavora per «Il Mattino». Prima a leggere in chiave di genere lo Statuto di San Leucio, da anni si occupa di gender studies.


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