«L'anno milleottocentosessantuno, il giorno otto Gennaio. In Isernia. Il Consiglio Municipale, presieduto dal Sindaco, ha nuovamente preso in considerazionel'anormale stato di incertezza, di palpiti e di allarme permanente in cui (...) trovasi questa infelice Città, e Distretto, senza aver finora ottenuto alcun mezzo efficace al prevenire novelle catastrofi (...).
E' pur troppo vero che la reazione d'Isernia, avente capo in Gaeta, perché domata e non estinta, riceve ogni giorno nuovo alimento dai proclami imcendiarii che vi pervengono, dagl'incitamenti che v'ispirano le migliaia di soldati , reduci dalle Terre Papali, e dal brigantaggio dagli Abruzzi dilatatosi sino a questo Distretto, il quale, ridondante di reazionarii fuggiaschi, già presenta per le campagne delle bande armate, che minacciano d'invadere gli abitati, e specialmente questo d'Isernia, dove in tre carceri niente affatto sicure sono ammassati circa cinquecento reazionarii del Distretto, che nelle loro mire di evasione, di vendetta e di stragge [sic] fanno assegnamento sul concorso di più migliaia di famiglie, colle quli sono in rapporto, e sulle irrompenti masse armate.
Intanto, tra la vastità di tanto pericolo ed i mezzi esistenti a vincerli o a paralizzarli intercede un abisso. Appena trecentocinquanta soldati del 5° di Linea per la custodia delle carceri, compresi una cinquantina di essi distaccati per i Comuni di Carpinone e Fornelli, quantocché qui non bisognano meno di due completi battaglioni, per averne uno disponibile a Colonna Mobile al fin di rimettere l'ordine nel Distretto, ed affrontare le bande armate!
Non avvi Brigata di Carabinieri! Non vi sono armi e munizioni per la Guardia Nazionale! Manca da un pezzo un Sotto Governatore, ed un Giudice titolare; ed infine si risente il bisogno di un funzionario di polizia sufficiente all'imperiosità delle circostanze! Insomma trovasi questa città, e questo Distretto, in tale stato di abbandono da parte del Real Governo, ed in tale condizione di pericolo da parte della sediziosa plebe , che se di vantaggio non si accorre così pronti, e valevoli i rimedii, vi saranno irredimibilmente perdute le classi liberali, e pacifiche; di cui s'insidia la proprietà, l'onore, e la vita.
Il Municipio quindi, interprete dei bisogni e delle aspirazioni di tutti i buoni cittadini, a pienezza di voti delibera che senza altro ritardo il Sindaco D. Giacinto Santoro si rechi alla Capitale per rassegnare al Consiglio di Luogotenenza tutta la serie di (...) bisogni, supplicando i Signori Consiglieri incaricati del Dicastero della Guerra e della Polizia di prontamente disporre o far disporre
1° - Che un altro Battaglione di Forze regolari sia destinato per questa Piazza, ed in numero completo vi pervenga al più presto, sia per imporvi l'ordine, sia per domare la baldanza delle bande armate (...);
2° - Che una Tenenza di Carabinieri vi sia spedita e stanziata per la tranquillità interna, e per la sicurezza dei processi;
3° - Che almeno trecento fucili con corrispondenti munizioni si mandino alla Guardia Nazionale di questa Città, prescindendo da quelle bisognevoli alle Guardie di tutto il Distretto;
4° - Perché il personale bisognevole al buon andamento del Governo Locale sia o fornito, se manchi, o corretto se erroneo;
5° - E perché si vuotino le malsicure carceri distrettuali, mandando i detenuti nelle grandi prigioni centrali in Campobasso.
Tanto si è deliberato oggi suddetto giorno colla soggiunta di rassegnarsi questo atto al Consig.re della Polizia e della Guerra perché se ne ottengano salutari ed energiche provvidenze.»
(Trascrizione del verbale di deliberazione dell'8 gennaio 1861, in Archivio Biblioteca comunale "Michele Romano", busta 1, fasc. 25).
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