«BREVE RELATIONE DELL’ORIGINE di Isernia Città della présente Provincia di Contado del Molise ove sono famiglie nobili.
Per esser questa Città antichissima, non si può haver certa relatione del suo vero fondatore, onde noi non diremo altro sol che un témpo fu Colonia di Romani e così vien nominata da Strabone, da Silio Italico nel 8.lib e da Appiano Alessandrino nel I. lib. da Plinio, gli Esernini sono annoverati nella 9. Regione, e da Tolomeo questa città è riposta ne' Sanniti. Parla molto Livio di essa,e particolarmentenel 72 lib. ove scrive che fu assediata con Alba (amendue Colonie) da gli Italici, & all'hora ella fù rovinata. come dice Strabone nel 4. lib. Livio nel lib. 3.della 3.dec. scrive,che gli Esernini furono trà le 18. Colonie ch'erano apparecchiate à dar aiuto al Senato Romano, e con danari e con soldati (ne' tempi, ch' Annibale molto travagliava l'Italia, e guerreggiava col Senato Romano secondo ipatti c'havevano insieme & anche molto più largamente bisognando: furono queste 18. CoIonie. I Segnini, Nolani, Norbini, Satriculani,e Brindisini, Fregellani, Nucerini, Adriani, Firmani & Arimanati; dall'alto mar Tirreno, Pontiani, Pestani, e Consani & infra terra,Beneventani, Esernini, Spoletini,Piacentini e Cremonesi; con l'aiuto dunque di queste Colonie si inantenne all'hora l’lmperio del Pontefice Romano, e costoro furono molto ringratiati in Senato & appresso il popolo. Nel lib. delle Colonie vien scritto di questa città di questo modo: Aesernia Colonia deducta lege lulia inter populos debetur pedes x. Iimitibus augusteis est designatus.
Illustrò molto questa Città San Pietro Celestino, che vi nacque, e da giovanetto si dedicò alla vita heremitica, fattosi Monaco e Sacerdote dell'ordine di San Benedetto, fu autor dell'Ordine de' Celestini, ma essendo nata Contesa fra' Cardinali circa l'elettione del nuovo Pontefice, fu egli eletto dopo due anni di Sede vacante a tal dignità, e nomossi Celestino V di questo nome à 17 Luglio del 1292. Sedè nella Pontificia Sedia mesi 5 e giorni 7 havendo spontaneamente renunciato il Papato, ritornò poscia alla sua Religione, e fu in suo luogo eletto Bonifacio VIII il quale dubitando che i popoli di nuovo lo richiamassero al Pontificato e con tale occasione rinascesse scisma nella Chiesa, subito ordinò che questo Santo fusse preso, e portato carcerato al Castello di Fumone, & in una fortissima Rocca rinchiuso con buone guardie, che di continuo lo custodivano, e quivi finalmente ne' 19 di Maggio del 1296 ricco di santi meriti se ne volò al Cielo: il Pontefice Clemente V l'annovverò poscia nel Catalogo de' Santi Confessori à 13 di Maggio del 1315 il cui corpo hoggi si serba nella Chiesa di Collemaggio dell'Aquila; ov'Iddio per i meriti di questo suo servo di continuo non cessa di far gratie, e miracoli.
Nel Vescovado di Isernia è il corpo di S. Benedetto suo Vescovo tenuto in somma veneratione, di cui i Cittadini raccontano c'havendo un loro vescovo ordinato che si fusse cavato d'intorno al sepolcro di detto Santo la Chiesa stessa incontanente si scosse, come che cascar volesse, di che avvertito il Vescovo subito ordinò che si cessasse di cavare. Celebrasi la sua festa ne' 4 di Maggio. Quivi anco è il corpo di San Cassiano Martire Protettore di Isernia, la cui solennità di celebra ne' 5 d'Agosto
Fiorirono in questa città molti huomini illustri, e fra gli altri il celebre Dottor Andrea de Rampino detto d'Isernia. Le cui opere sono di molto pregio appo i Dottori, questo fu Consigliero della Regina Giovanna Prima, come scrive Liparulo, il qual fu poscia ucciso da Corrado de Gottis Barone Tedesco per havergli data una sentenza contra.
Per esser questa Città antichissima, non si può haver certa relatione del suo vero fondatore, onde noi non diremo altro sol che un témpo fu Colonia di Romani e così vien nominata da Strabone, da Silio Italico nel 8.lib e da Appiano Alessandrino nel I. lib. da Plinio, gli Esernini sono annoverati nella 9. Regione, e da Tolomeo questa città è riposta ne' Sanniti. Parla molto Livio di essa,e particolarmentenel 72 lib. ove scrive che fu assediata con Alba (amendue Colonie) da gli Italici, & all'hora ella fù rovinata. come dice Strabone nel 4. lib. Livio nel lib. 3.della 3.dec. scrive,che gli Esernini furono trà le 18. Colonie ch'erano apparecchiate à dar aiuto al Senato Romano, e con danari e con soldati (ne' tempi, ch' Annibale molto travagliava l'Italia, e guerreggiava col Senato Romano secondo ipatti c'havevano insieme & anche molto più largamente bisognando: furono queste 18. CoIonie. I Segnini, Nolani, Norbini, Satriculani,e Brindisini, Fregellani, Nucerini, Adriani, Firmani & Arimanati; dall'alto mar Tirreno, Pontiani, Pestani, e Consani & infra terra,Beneventani, Esernini, Spoletini,Piacentini e Cremonesi; con l'aiuto dunque di queste Colonie si inantenne all'hora l’lmperio del Pontefice Romano, e costoro furono molto ringratiati in Senato & appresso il popolo. Nel lib. delle Colonie vien scritto di questa città di questo modo: Aesernia Colonia deducta lege lulia inter populos debetur pedes x. Iimitibus augusteis est designatus.
Illustrò molto questa Città San Pietro Celestino, che vi nacque, e da giovanetto si dedicò alla vita heremitica, fattosi Monaco e Sacerdote dell'ordine di San Benedetto, fu autor dell'Ordine de' Celestini, ma essendo nata Contesa fra' Cardinali circa l'elettione del nuovo Pontefice, fu egli eletto dopo due anni di Sede vacante a tal dignità, e nomossi Celestino V di questo nome à 17 Luglio del 1292. Sedè nella Pontificia Sedia mesi 5 e giorni 7 havendo spontaneamente renunciato il Papato, ritornò poscia alla sua Religione, e fu in suo luogo eletto Bonifacio VIII il quale dubitando che i popoli di nuovo lo richiamassero al Pontificato e con tale occasione rinascesse scisma nella Chiesa, subito ordinò che questo Santo fusse preso, e portato carcerato al Castello di Fumone, & in una fortissima Rocca rinchiuso con buone guardie, che di continuo lo custodivano, e quivi finalmente ne' 19 di Maggio del 1296 ricco di santi meriti se ne volò al Cielo: il Pontefice Clemente V l'annovverò poscia nel Catalogo de' Santi Confessori à 13 di Maggio del 1315 il cui corpo hoggi si serba nella Chiesa di Collemaggio dell'Aquila; ov'Iddio per i meriti di questo suo servo di continuo non cessa di far gratie, e miracoli.
Nel Vescovado di Isernia è il corpo di S. Benedetto suo Vescovo tenuto in somma veneratione, di cui i Cittadini raccontano c'havendo un loro vescovo ordinato che si fusse cavato d'intorno al sepolcro di detto Santo la Chiesa stessa incontanente si scosse, come che cascar volesse, di che avvertito il Vescovo subito ordinò che si cessasse di cavare. Celebrasi la sua festa ne' 4 di Maggio. Quivi anco è il corpo di San Cassiano Martire Protettore di Isernia, la cui solennità di celebra ne' 5 d'Agosto
Fiorirono in questa città molti huomini illustri, e fra gli altri il celebre Dottor Andrea de Rampino detto d'Isernia. Le cui opere sono di molto pregio appo i Dottori, questo fu Consigliero della Regina Giovanna Prima, come scrive Liparulo, il qual fu poscia ucciso da Corrado de Gottis Barone Tedesco per havergli data una sentenza contra.
Fu un tempo Isernia sotto il dominio de Conti, come si legge nella Cronica Cassinense al cap. 8.del 2. lib. & hoggi è Regia, e fra l'altre famiglie nobili, che vi sono è la Greca, la qual ha goduto i privilegi di nobiltà in molte Città principali del Regno, e particolarmente in Salerno & in Napoli. In Salerno gode el Seggio di Portaretesa, ove poi si spinse affatto come si legge in molte scritture del Real Archivio della Zecca di Napoli. Che fusse nobile in Napoli si verifica da infinite scritture del medesim' Archivio e particolarmente dalla seguente nell'anno 1271. prima Inditione fol. 305. e seq. ove si legge, che il Cavalier Matteo Caracciolo di Napoli, prende per moglie Capuana figliuola di Filippo Greco Gentilhuomo Napolitano có cent'onze di dote da che che si può raccorre. ò ch'alcuni di questa famiglia di Napoli o pur da Salerno n’andassero ad habitar in Isernia, ò da Isernia ne venissero in Napoli, ò in Salerno; sia dunque come si vuole, si rende ben chiaro che questa famiglia sia stata sempre nobilissima ovunque si astata, e particolarmente in Isernia, ov’ella fiorì, come di presente ancora, e che di ciò sia vero, si verifica da tre seguenti scritture, una del medesimo Regio Archivio, ove si legge che facendosi ,ostra generale de baroni feudatarii del Re Roberto fra gli altri cavalieri, e Baroni, che v’intervennero fi Nicola Greco d’Isernia come nell’anno 1328. Fol. 22. Fol. 106 e 138. Nella seconda, che si serba nel Monastero di S. Patrizia di Napoli nell’anno 1325 si raccoglie che Cicella Masella signora Napolitana è moglie del Cavalier Gualtiero Greco di Isernia Maiordomo di Filippo Principe di Taranto, & Imperador di Costantinopoli, presta dieci onze di carlini d’argento al Cavalier Matteo Protoiudice di Salerno. Nell’ultimo ch’è fra le scritture di S. Maria a Cappella di Napoli dell’anno 1344 sotto la Regina Giovanna. Il Cavalier Landolfo Greco d’Isernia, cameriero della stessa Regina, fa suo procuratore Lifolo Barrese di Napoli suo cognato, con ampia potestà di poter locare alcune sue case, ch’ei possedeva in Napoli nel quartiero di Capuana, le quali erano già state di Lunella Barrese sua moglie sorella del detto Lifolo; dalle quali scritture si raccoglie l’antica nobiltà di questa famiglia da cui trassero origine gli antecessori di D.Francesco Grego Duca di Montenegro, i quali più di cento cinquant’anni sono stati Baroni delle terre della Petrella, e del Collo nelle provincie di Contado di Molisi e di Terra di Lavoro; oltre di molti feudi rustici, ch’eglino per prima possedettero; onde con gran ragione, e meritamente D. Francesco da Filippo III ottenne titolo di Duca sopra la terra predetta; per la sua antica nobiltà, meriti, virtù e valore, il qual vive hoggi curioso di tutte le scienze. Questi gli anni a dietro si casò con D. Eleonora figliuola di D. Berardino Ramires Montalvo Luogotenente di Camera, Regente di Cancelleria, Cavalier dell’Ordine di S.Giacomo, Consigliero di Stato di Sua Maestà nel Regno di Napoli e Marchese di S. Giuliano Signor di molti meriti, e valore. Dal qual matrimonio sono nati Don Giuseppe, & una femina.»
Nuova e perfettissima descrittione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie (...), Opera di Enrico Bacco, alemanno, ampliata da Cesare D'Engenio Caracciolo, in Napoli, per Lazaro Scoriggio 1629, pp. 202 e ss.
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