(Il brano che segue è tratto da Riva & Viganò, 365 delitti uno al giorno, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 1998, EAN: 9788880895763)
Erminia Ferrara era la moglie di Giovanni Pettine, isernino, pioniere del cinema muto come regista, produttore e distributore; accreditata come amante, fra gli altri, del fascistissimo gerarca Roberto Farinacci - anche lui, incidentalmente, legato a Isernia per esservi nato.
Al di là della troppo facile ricostruzione che precede, le indagini che seguirono furono a dir poco approssimative: l'ingombrante presenza del segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista incuteva timore nei questurini. Non parve loro vero poter risolvere la spinosa vicenda addossando la colpa di tutto al figlio, il non sempre compos sui Renzo Pettine, e decolorare in faida familiare quello che appare essere più plausibilmente ricostruibile come delitto politico.
Nel marzo del 1928, Renzo verrà condannato a 15 anni e finirà, poi, i suoi giorni a Isernia, dove morirà nel 1964 (la biografia di Renzo Pettine, spenti i fari della cronaca giudiziaria è tutta da ricostruire).
Nel marzo del 1928, Renzo verrà condannato a 15 anni e finirà, poi, i suoi giorni a Isernia, dove morirà nel 1964 (la biografia di Renzo Pettine, spenti i fari della cronaca giudiziaria è tutta da ricostruire).
Il "delitto di Corso Buenos Aires" rimane ancora adesso un mistero insoluto.
Ne parleremo stasera con Giuseppe Pardini, autore di una biografia su Roberto Farinacci (Giuseppe Pardini, Roberto Farinacci. Ovvero Della Rivoluzione Fascista, Firenze, Le Lettere, 2007) e con la psicologa Lucia Dragonetti.
Con Lucio de Jorio Frisari si analizzaranno i rapporti che il fatto di cronaca ebbe nella produzione di Carlo Emilio Gadda.
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