giovedì 20 febbraio 2020

Nemo propheta in patria. Enrico da Isernia a Vyšehrad

Enrico da Isernia, protonotaro di re Ottokar II, eminenza grigia alla corte di Praga, da noi è misconosciuto. Non c'è piazza, né scuola media intitolata al giureconsulto isernino, appannato nella fama dal più noto Andrea. Destino inverso ha interessato i due: omaggiato alla corte angioina di Napoli Andrea; esule in terra straniera Enrico.
A ricordarmi di Enrico è stato Alessandro Testa, via WhatsApp, che dalla splendida capitale boema mi ha scritto: 
Passeggiando pel camminamento di ronda della magnifica fortezza del Vyšehrad, a sud di Praga, esattamente in corrispondenza del braccio di mura al di sotto delle quali la Vltava fa un’ansa chiamata “il bagno di Libuše”, in onore del luogo in cui, secondo la leggenda, la veggente fondatrice di Praga e del casato Přemysl avrebbe usato bagnarsi nel fiume, mi sono imbattuto in questa targa marmorea, affissa nella parte interna delle mura volute dal grande Carlo IV, nel XIV secolo. Vi si legge: 
Nell’anno 1270, in occasione del Capitolo di Vyšehrad, fu fondata la Scuola Notarile, retta dal canonico Enrico da Isernia, protonotaro del Re Ottocaro II di Přemysl, notaio pubblico in Praga.


Dedicato dalla Camera Notarile di Praga”

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