mercoledì 18 agosto 2010

Vero, verosimile e falso sulle teste dei briganti. Isernia, 1861-1869.

Su Wikimedia Commons, fino allo scorso 5 agosto, era ospitato un file intitolato "Teste isernia.jpg": una foto di tre gabbie contenenti altrettante teste tagliate, riferite a briganti esposti ad exemplum fuori dalle mura di Isernia («teste mozzate di contadini esposte come monito dall'esercito savoiardo nei pressi di Isernia durante la campagna militare condotta per contrastare il brigantaggio nell'ex-Regno delle Due Sicilie»). Il file, caricato nel 2008, ha avuto recente smentita, e cambio d'indirizzo, quando è stato riconosciuto come ingrandimento di una foto di Giuseppe Messerotti Benvenuti riferita a decapitazioni di Boxer nella Cina del 1900 (qui la serie di scatti). La foto, per la sua icasticità, viene tuttora riportata in più siti internet accanto a quelle - forse più macabre - in cui briganti, celebri e meno celebri, posano afflosciati, tumefatti, scomposti, trofei di caccia del neonato esercito italiano. Ciò che è particolare e che, in quei forum in cui si scontrano ancora (centocinquanta anni dopo Teano e Gaeta) neoborbonici e veterosavoiardi, il falso delle teste tagliate di Isernia viene utilizzato, estensivamente, a tacciare di calunnia tutti quegli episodi di barbarie agita da italiani su italiani, bersaglieri contro donne e bambini, quasi che Boxer fossero anche i morti di Pontelandofo e Casalduni.
[Credo che centocinquanta anni siano una distanza sufficiente a inquadrare il Risorgimento nei suoi confini di guerra di conquista; mi lascio volentieri dietro sia l'inconcludente cazzeggio dei neoborbonici che vorrebbero a Napoli rinsediati gli spagnuoli, sia le zuccherose ricostruzioni deamicisiane, tutte eroici tamburini e piume di bersagliere, che, probabilmente, ci verranno ripresentate con funzione antileghista nel prossimo anno 2011.]

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