mercoledì 25 gennaio 2012

Isernia nell' «Effemeridi» di Alfonso Perrella. Parte I (1300/1500)

In quanto «Effemeridi» - lat. ephemĕris = giornaliero - l' opera di Alfonso Perrella, edita a Isernia nel 1890 per i tipi di De Matteis, riporta gli eventi notevoli della Provincia di Molise organizzati non secondo luogo o anno di accadimento, ma secondo il giorno del calendario solare. Capita, così, di trovare vicini Longobardi e Piemontesi; Celestini e Giubbe Rosse a contendersi paragrafi; Enrico d'Isernia e Stefano Jadopi compagni di pagina.
Può essere utile - può essere utile? - una prospettazione cronologica delle voci che qua e là si danno su Isernia.

23/4/1123 Con atto pubblico Guido Arcuccia, milite, di Amalfi, dimorante in Isernia, vende a Mauro, vescovo d'Isernia e di Venafro, alcuni suoi beni mobili ed immobili e ne riceve per prezzo un cavallo ed un mulo.

20/3/1182
Papa Lucio III spedisce bolla a Rainaldo, Vescovo di Isernia, con la quale dichiara mettere sotto la sua protezione quella Diocesi, e ne indica e ne descrive i luoghi che la compongono.

29/4/1199
Marcovaldo Amenuder, Siniscalco del Regno, dopo assediata Isernia, la prende e la dà al sacco commettendovi molte crudeltà.

22/3/1274
S. Pietro Celestino, a quel tempo semplice Eremita, ottiene dal Papa, in Lione di Francia, in questo giorno, lettere apostoliche a favore di varii Monasterii da lui costruiti, fra i quali quello di S. Spirito, poco meno di un miglio fuori dalla città di Isernia.

11/2/1301
Re Carlo II nomina Alferio d'Isernia, da lui tenuto in grande stima, giudice delle seconde cause delle appellazioni ne' Contadi di Provenza e Forcalquerio.


5/3/1309 Andrea d'Isernia ottiene da Re Roberto la conferma delle convenzioni riflettenti il matrimonio di sua figlia Giovanna con Roberto di Cornay primogenito di Roberto di Cornay, Vice Ammiraglio del Regno.

27/10/1344
Giovanna I ordina che si dia la necessaria provisione per le spese e nolo a Cicco d'Isernia, familiare della Regia Corte, il quale deve andare come ambasciatore al Papa per importanti negozi, e specialmente parlargli in favore di Frate Andrea da Barrea dell'Ordine di minori, Maestro della Real Cappella e molto favorito della Regina, il quale, poco dopo, in altre parole ai 28/5/1345, è nominato Vescovo di Larino.

22/1/1349 In molti luoghi, e specialmente in Isernia (...9 forti scosse di tremuoto, che si ripetono fino al 9 settembrenel quale ultimo giorno recano molti danni.

23/6/1351
Il Re di Napoli Ludovico e la Regina Giovanna assegnano once 50 d’oro annue ad Andrea figlio di Roberto primogenito di Andrea di Isernia (il vecchio) nominato Luogotenente del Gran Camerario; la qual carica cominciò ad esercitare nel dì otto maggio 1351. Il relativo Diploma indica il modo col quale detto stipendio deve essere pagato.


11/4/1352 Lodovico e Giovanna di Napoli ordinano che ad Andrea d'Isernia il giovane siano pagati due mesi di stipendio per l'ufficio di Luogotenente del Gran Camerario.

11/10/1353 E’ ucciso in Napoli da un Tedesco, Andrea d'Isernia (junior), detto II per distinguerlo dall'Avo, col quale molti pur lo confondono. Fu egli figlio di Roberto e nipote di Andrea seniore. L'assassinio fu commesso presso Porta Tetruzzola (vicino l'attuale Chiesa di S.Giuseppe) per mano di quattro sgherri Tedeschi, guidati da un tal Carlo De Gottis, milite o cavaliere, loro connazionale, cui il d'Isernia, in virtù di sentenza giudiziale,spogliato aveva di un feudo che da quegli indebitamente si possedeva; e però, il De Gottis, legatosi il filo al dito, giurò di finirlo proferendogli minaccia: «Tu colla tua sentenza a me togliesti i beni,io con le mie armi a te toglierò la vita». Questo misfatto, dice il Camera, raccapricciò tutta la città; e la Regina, compassionando l'atroce fine di sì grand'uomo, con speciale editto ordinò di procedersi severamente contro gli uccisori del d'Isernia «virum insontem et justum», di confiscare i loro beni e di demolire le loro case, come se fossero rei di lesa maestà. Il d'Isernia fu dapprima Maestro razionale, consigliere, milite, regio familiare e luogotenente del Gran Camerario, e quindi Giudice e Presidente della Regia Camera. Egli fu caro a Carlo II, a Roberto ed a Giovanna I.

17/9/1361 Innocenzo VI, mentre si trovava in Avignone, nomina Cardinale di Santa Chiesa fra Filippo De Rufinis, vescovo di Isernia.

10/6/1366 Essendo morta Maria (sorella della Regina Giovanna I) la quale aveva avuto in dote, fra le varie città, anche Isernia, la Regina medesima scrive, con dispaccio di questo giorno, che la stessa torna al demanio.

18/12/1372 Margherita e Carlo di Durazzo riconfermano alla città d'Isernia le antiche immunità e privilegi, ed altri ne aggiungono.

18/12/1389 Bonifacio IX nomina Cardinale Cristoforo dei Maroni,Vescovo di Isernia.

22/6/1442 Alfonso, re di Napoli, con forte esercito entra in Isernia per combattere Antonio Caldora, che si trova in Carpinone. In tale occasione concede moltissimi privilegi alla Città rilasciando formale diploma: «in nostris felicibus Castris contra Iserniam». Isernia, attesa la vicinanza del Caldora, era dalla parte di costui, che vi aveva posta alquanta gente d'armi. La quale, all'appressarsi del Re, stimò bene ripiegare verso Carpinone. I notabili della città uscirono incontro al Re, offrendone le chiavi. Ed il Re ebbe grande giubilo da ciò, perché Isernia poteva facilmente impedirgli il passo. Nel Diploma Alfonso spiega che per i grandi aiuti che ricevette dalla città, mentre l'esercito stava accampato in quel territorio, si dovevano a quei cittadini grazie e benefici singolari, e, perciò, riconferma tutti i privilegi conceduti dai passati Re, ed altri ne aggiunge: cioè che la città sia di perpetuo regio demanio; assolve da qualunque penai ribelli anche de crimine laesae Majestatis in primo capite, levando loro ogni infamia e facendoli abili e capaci aqualsivoglia dignità; fa immune la città, per certo tempo, di ogni fiscale pagamento, ecc.
L'anno avanti, il 1441, Re Alfonso con forte esercito erasi avviato per combattere il Caldora presso Carpinone. Giunto al Volturno, sotto Monteroduni, inviò innanzi celermente buonamano dei suoi sotto il comando di Palermo centurione,con l'incarico di piombare di notte tempo sopra Carpinone, promettendogli il suo aiuto sul fare del giorno susseguente. Il Centurione eseguì l'ordine perfettamente entrando di notte in Carpinone, che pose a sacco,ma non gliriuscì a impossessarsi del Castello, guardato e difeso da buoni armati. Avendo però inteso che Antonio Caldora tirava a quella volta dalla parte di Pescolanciano, e non vedendo comparire il re col rimanente esercito, mosso da timore e da avarizia, per non perdere tutto quello che aveva saccheggiato, con prestezza grande abbandonò il paese, retrocedendo. Il che riferito ad Alfonso,che già si avvicinava ad Isernia, fu preso da grande sdegno per essergli uscito di mano luogo così importante, ove il Caldora aveva immense ricchezze. Mandò, dunque, a rinchiudere nel Castello Janola (in S.Germano) il Centurione in pena del suo pusillanime atto, e stimò utile tornare indietro con tutto l'esercito, trattando una tregua col Caldora, che, per sicurtà, gli diede, quasi in ostaggio, ilsuo figliuolo Tristano; il quale, poco dopo, col permesso del re, dovette tornare in Carpinone, ove trovavasi malata gravemente la madre. L'anno appresso, 1442, si venne di nuovo a rottura fra il re ed Antonio.

4/2/1447 Il R. Notaio Paolo da Venafro stipula istromento, dal quale risulta l'alienazione fatta dal Capitolo d'Isernia di un terreno in contrada Pescoborrello per convertirne il prezzo alla formazione di una piccola urna di argento dorato, alla gotica, che contenesse le reliquie di S. Nicandro.

5/12/1456 Fortissimo terremoto nel Regno di Napoli, alle ore 11 di notte. Il contado di Molise resta quasi tutto sconquassato. Isernia, Venafro, Campobasso, Larino, ecc., restano rovinate.

9/2/1496 Ferdinando II concede alla città d'Isernia grazie singolari, giusto speciale privilegio in data nove febbraio, spedito da Avellino. Tra le altre, le dona il castello di Rocca Verallo (già al tempo del Ciarlanti,1640, disabitato) con tutti i suoi territori e con la giurisdizione della Balìa, Quartuccio ed altre Gabelle. Le conferma il possesso del Castello di Pesche, che molto tempo aveva pacificamente posseduto, ed in quelle guerre tenuto con buone guardie e con grande spesa, affinchè non si ribellasse a somiglianza di altre circonvicine Castella. Le concede pure il libero dominio sopra il Castello di Riporsa, il quale, per essersi ribellato contro il Re, a richiesta di Carlo Sanfromondo, era stato dagli Iserniani preso e recuperato. E perchè Berardino di Sangro, Signore di S. Angelo in Grotte, si era di nuovo ribellato, mentre la prima volta era stato ricondotto alla fedeltà dai medesimi Iserniani, lo priva di quel Castello donandolo agli anzidetti; il quale, perciò, si disse a quei tempi S.Angelo d'Isernia. Dà pure ad Isernia gli altri beni di esso Berardino, cioè S.Biase, Guasto (è una contrada di Castelpetroso) e Bottoni (era un grande feudo fra Castelpetroso,Cantalupo e Sant'Angelo in Grotte). Il Castello di Riporsa esisteva fra i tenimenti di Castelpetroso e di Pettorano, nel luogo ove il 22 Marzo1888, apparve la Madonna a due contadine. Dai Capitoli Municipali di Carpinone, redatti nel 1493, si rileva che Riporsa, a quel tempo, era paese abitato, avendo i suoi cittadini il diritto di godere "piazza franca" in Carpinone, e viceversa quelli di Carpinone in Riporsa.

15/12/1496 Federico, Re di Napoli, riconferma alla città di Isernia tuttii privilegi e le concessioni fatte dal suo antecessore Ferdinando II il 9 febbraio dello stesso anno.

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